Ti sei chiest* cos’è la FOMO e perchè parlarne?
«PURE SE SONO STANCHISSIMA IO DEVO USCIRE PER FORZA. SE NO HO PAURA DI PERDERMI QUALCOSA», HA RACCONTATO VICTORIA DE ANGELIS, BASSISTA DEI MANESKIN IN UNA INTERVISTA A RADIO DEEJAy
Quando le star portano in superficie e sotto i riflettori alcune “patologie” ci sono i pro e i contro.
I contro sono identificati da un rischio di emulazione: il rischio di copiarne i comportamenti anche quando non sono comportamenti utili.
Oggi, insieme a te, preferisco mettere il focus sui pro: un artista che racconta la sua esperienza difficile crea l’opportunità di informare e guidare.
Nella mia esperienza ho notato che le persone percepiscono il chiedere aiuto come una ammissione di fragilità, invece che considerare la richiesta come una dimostrazione di coraggio.
Se una star chiede aiuto, o ammette una sua fragilità, trasmette un messaggio importante: chiedere aiuto non è da sfigati, ma è una cosa da fare senza vergogna e con coraggio.
Il riconoscimento di un disagio emotivo e psicologico, infatti, è il primo passo fondamentale per la gestione e soluzione dello stesso.
Così, grazie a Victoria, si è parlato molto in questo ultimo periodo di FOMO.
Ma cosa è la Fomo?
Fomo è l’acronimo per l’espressione inglese fear of missing out, letteralmente: “paura di essere tagliati fuori”.
La FOMO può portare a una preoccupazione compulsiva riguardo alla perdita di un’opportunità di interazione sociale. A questo è connessa la paura che le altre persone possano fare esperienze gratificanti quando non si è presenti o direttamente coinvolti.
Lo sai che esiste un collegamento tra FOMO e dipendenza da smartphone?
A livello teorico il concetto di FOMO si sviluppa online ed è considerato un segnale predittivo dell’insorgenza di dipendenza da smartphone e sofferenza emotiva, ma i comportamenti che la caratterizzano non si verificano online.
La nascita del termine FOMO è riconducibile al 2004, momento della pubblicazione sulla rivista della Harvard Business School, The Harbus, dell’articolo di Patrick J. McGinnis dal titolo Social Theory at HBS: McGinnis’ Two FOs.
In quell’articolo Patrick J. McGinnis parla di FOMO e di FOBO (Fear of Better Options) ovvero la paura di sbagliare scelta di fronte a opzioni interessanti.
È innegabile che l’avvento della tecnologia abbia amplificato l’accesso a esperienze e opzioni, tanto da metterci costantemente di fronte a un infinito ventaglio di opportunità e di conseguenza anche di fronte a una acuita paura di sbagliare scelta.
In modo inconsapevole, si crea un circolo vizioso che ci porta ad avere paura di essere tagliati fuori (FOBO), paura di non fare la scelta giusta di fronte alle tante opzioni (FOMO) e paura di non essere connessi (No.Mo.Fobia ovvero “No mobile [phone] Fobia” ) e quindi non poter ricevere tutte le informazioni.
Sei in preda alla FOMO?
Andrew Przybilski ha proposto una serie di parametri in grado di stabilire se si è in FOMO e consistono ad esempio in alcune domande come:
- Sei dipendente dal Web?
- Ti senti assorbito da Internet (ricordi precedenti attività online o desideri ardentemente la prossima sessione)?
- Ti senti soddisfatto dell’utilizzo di Internet se aumenti la tua quantità di tempo online?
- Non sei riuscito a controllare, ridurre o rinunciare ripetutamente all’uso di Internet?
- Ti senti nervoso, capriccioso, depresso o sensibile quando cerchi di ridurre o rinunciare a Internet?
Cosa fare?
Detto questo penso sia giunto il momento di capire cosa fare.
Il primo passo semplice, ma per nulla banale, è allenare la nostra capacità di scelta e la consapevolezza che noi scegliamo sempre. Anche quando non scegliamo.
Il secondo passo è comprendere che non dobbiamo aver paura di prendere decisioni sbagliate, perchè capita.
Bisogna concentrare la decisione sulla miglior scelta che possiamo fare.
Può essere utile in quei momenti avere chiaro il nostro obiettivo a breve, medio e lungo periodo e tenere a mente i nostri valori, quindi ciò che è realmente importante per noi.
Questo comporta anche prendere atto che ci saranno sempre più buone idee che tempo.
Ricorda che non esiste una scelta migliore di un’altra, ma esiste solo la tua migliore e va bene così.
Ultimo aspetto, ma non meno importante: che non sei solo e se pensi che sia utile chiedere aiuto ad un professionista, non esitare a farlo.
Non sei fragile: sei coraggioso, sei coraggiosa.
Allena il tuo coraggio partendo da qui.