Oggi ti parlo dell’importanza dei bisogni e inizio con farti queste domande:
– ti è mai capitato di avere talmente tante cose da fare che a fine giornata dici “guarda oggi non ho neanche avuto tempo di andare in bagno”?
– oppure di avere la domenica libera, di non aver pianificato nulla e di trascorrere la giornata ciondolando senza sapere bene di che cosa avresti bisogno per ricaricare le batterie?
– o ancora che appena pianifichi del tempo delle cose per te, l’urgenza di qualche incombenza lavorativa o familiare ti rubi quel tempo così prezioso?
Se ti riconosci in tutto ciò, questo articolo è per te.
Esiste una specifica gerarchia di bisogni. Forse hai già sentito parlare della piramide dei bisogni di Maslow.
Secondo questo autore, ci sono i bisogni primari legati alla sopravvivenza.
In questa categoria rientrano il bisogno di mangiare, di bere, di vestirsi, ecc.
E poi ci sono i bisogni secondari che devono essere soddisfatti con minore urgenza e spesso sono legati alla nostra vita intellettuale.
Giochiamo un po’ di immaginazione
Ora ti chiedo di tornare con la mente a quando eri bambino/a, quali bisogni avevi?
Magari avevi bisogno di sentirti protetto/a dagli adulti attorno a te.
Forse il tuo bisogno era quello di rendere orgogliosi di te quegli adulti.
E da adolescente quali bisogni avevi? Quali erano le tue priorità? Magari l’indipendenza, la patente, la prima storia d’amore.
E poi ti chiedo ora di andare con lo sguardo dentro di te: adesso, oggi, quali sono i tuoi bisogni?
Ti capita mai, durante la giornata, di fermarti un attimo e di renderti conto che stai respirando?
Magari sei in affanno eppure sei fermo e il tuo cuore sta battendo forte. Stai provando vergogna, ansia, timore?
Corpo e mente sanno
Il tuo corpo e la tua mente, se glielo chiedi, sanno esattamente di che cosa hanno bisogno. Ad esempio un po’ d’acqua? Eh lo so, non hai tempo! Oppure le tue spalle hanno bisogno di sgranchirsi un po’. Ehh lo so, lo so, non si fa, non è il caso.
Magari la tua mente avrebbe tanto bisogno di parcheggiare quella vocina sabotatrice autocritica che non ti molla un attimo che dice: sei sbagliato/a… non fai in tempo… non ce la fai… non vali abbastanza… gli altri sono meglio di te.
Così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a non renderci più conto dei nostri bisogni, tanto che magari se adesso così, a bruciapelo, ti chiedessi: dimmi la prima cosa di cui avresti bisogno, magari la risposta non sarebbe così immediata.
Capita di non far più caso ai nostri bisogni perché capita di aver inserito il pilota automatico. Perché è comodo e facile. E il nostro cervello non è progettato per far fatica, ma per risparmiare energie.
Capita di non far più caso ai nostri bisogni perché farci caso fa paura e sarebbe impossibile vivere con questa costante consapevolezza.
Fin qui non sarebbe un problema se non fosse che un po’ alla volta rimuoviamo sia la frustrazione, gli urti e gli spigoli, ma anche il bello. Ciò che produce stupore e meraviglia.
Rispetta i tuoi bisogni
Per rispettare i tuoi bisogni, ti devono accadere due cose:
- Prendi consapevolezza di quali sono i tuoi bisogni e ricorda che ognuno di noi ha differenti bisogni e ognuno di noi cambia le priorità nel corso della vita.
- Non aspettare di avere tempo o opportunità per realizzare i tuoi bisogni, ma parti dal concetto dell’1%.
Partendo da questo principio, il collega Luca Mazzucchelli ha scritto il libro, che ti suggerisco di leggere, Fattore 1%.
Tornando a me e te, per prima cosa spesso mi domando: qual è la più piccola azione che, se ripetuta con costanza, può cambiare in meglio la mia vita?
Se non cambi nulla, resti fermo/a.
Quando, invece, cambi anche solo l’1% per 365 giorni, ottieni che alla fine dell’anno sarai 38 volte migliore rispetto all’inizio.
Ecco la formula del professore giapponese: (1,01)^365 = 37,78.
L’1 rappresenta la tua situazione iniziale a cui aggiungere lo 0,01. Si ottiene così quel famoso 1% di miglioramento.
Un allenamento mentale per te
Prendi il tuo quaderno di allenamento mentale e rispondi per iscritto a queste 3 domande:
1. Quali sono i tuoi bisogni? Scrivili prima facendo un braistorming in ordine sparso: scrivi tutto ciò che ti viene in mente. E poi dai a questo elenco di bisogni un tuo ordine di priorità.
2. Quali sono gli ostacoli più frequenti alla realizzazione dei tuoi bisogni? Scrivi tutto
3. Come ti senti rispetto a questi ostacoli? Magari in colpa, magari provi rabbia, magari impotenza? Scrivi tutto ciò che senti.
Ricorda che vedere non significa risolvere: è un primo passo per rendere visibile ciò che prima ti era invisibile
E’ il primo passo per evitare di autosabotarti e assumerti la tua parte di respons-abilità.
Impara ad esistere da ex-sistere come diceva Heidegger.
Impara a stare fuori, ad emergere da te.