L’8 e 9 maggio ha avuto luogo l’evento Parole O_stili. Quest’anno l’edizione si è svolta interamente on-line a causa dell’emergenza Covid-19.
Ho avuto l’opportunità di offrire il mio contributo alla declinazione del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva.
Una grande emozione ritrovare il mio nome tra gli esperti che hanno collaborato alla scrittura.
Se non conosci il progetto Parole O_stili ti racconto che è nato nel 2017. Una community trasversale di oltre 300 giornalisti, manager, politici, docenti, comunicatori e influencer per contrastare l’ostilità dei linguaggi nei media, in particolare in Rete.
Da quel momento è nato il Manifesto della comunicazione declinato in 10 punti. Si tratta di un elenco di dieci principi utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete e non solo.
Grazie ad un lavoro di partecipazione collettiva, il Manifesto è stato poi declinato per diversi ambiti: la politica, la pubblica amministrazione, le aziende, l’infanzia, lo sport e la scienza.
Nella primavera del 2017 il Manifesto è stato distribuito a tutte le scuole d’Italia con Circolare Ministeriale e un protocollo d’intesa con il MIUR.
Un progetto che ha attirato, nel corso degli anni, la mia attenzione.
E quest’anno ancora di più. L’edizione 2020 è, infatti, dedicata alla comunicazione non ostile e inclusiva.
Sono una Psicologa, innamorata della sua professione. Quando racconto cos’è la Psicologia mi piace farlo in modo semplice perché è così che è possibile comprendere come funziona la nostra mente.
Lavorando con le persone mi rendo, ogni giorno, conto di quanto importante sia com-prendere in modo delicato, ma attento, lo stile comunicativo di ognuno.
Non è raro imbattersi, ad esempio, in un dialogo interno che spesso è tutto tranne che utile.
Se scorro i principi del Manifesto non posso fare a meno di riflettere su un punto cardine: ciò che ognuno comunica all’esterno è la proiezione di un’anima sociale.
Mi occupo da tempo di comunicazione inclusiva in modo diretto e trasversale tramite i miei convegni dedicati al mondo dello sport e alla crescita etica, le mie attività nelle scuole di prevenzione ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, i workshop dedicati alle problematiche di stress lavoro correlato e la mia attività clinica e terapeutica.
Le parole hanno un peso e un potere. Saperle usare con cura e come cura è un nostro dovere umano, indipendentemente dalla professione, ma in quanto cittadini respons-abili.
E’ un privilegio aver contribuito alla declinazione dell’edizione 2020 del Manifesto in qualità di esperta.
La stesura finale è il risultato di una danza collettiva di idee, pensieri, emozioni di tutte le persone che, a vario titolo, hanno collaborato alla scrittura. Il risultato definitivo è la sintesi di un’esperienza di condivisione di punti di vista composta da Annamaria Testa.
Condivido con Te i principi del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva. Nota come ogni principio ha un importante impatto in ogni ambito comunicativo, sia interpersonale che intrapersonale.
Penso che questo Manifesto dovrebbe entrare nella relazionale comunicativa quotidiana di ognuno di noi.
Chiudo questo articolo invitandoci tutti ad allenare la comunicazione “respons-abile”.