Il WE TALK con Cristina Giordana è una storia di luce e amore.
Il titolo di questo WE TALK è: “Non rimandare la felicità: lui non lo ha mai fatto”.
Seguo da anni Cristina sui social. Intervistarla è stato per me forte emozione e vibrazione sulla pelle.
Cristina Giordana è una insegnante, una scrittrice Mondadori intervistata da tutte le testate giornalistiche locali e nazionali.
É stata ospite di RAI, Mediaset e anche del Maurizio Costanzo Show.
Ha mobilitato, perfino, i vertici di Facebook.
Tutto questo perchè è la mamma di Luca Borgoni, uno skyrunner di 22 anni.
Lo skyrunner è chi corre volando nei cieli e sulle vette delle montagne.
Luca a 22 anni, l’8/07/2017, dopo un Vertical sul Cervino, cade nel vuoto.
Quel giorno è il primo giorno della sua nuova vita in un’altra dimensione e…
dal buio della morte nasce una scintilla di vita che ora, dopo anni, e’ diventatA un fuoco.
Questa, infatti, non è una storia strappalacrime, perché Cristina e Luca non vogliono commuovere. Per loro la vita è troppo breve per prenderla per il verso sbagliato.
Inizio il WE TALK con Cristina Giordana leggendo una frase del libro PORTAMI LASSÙ.
E’ una frase di Luca:
“Vivere è la cosa più rara del mondo.
La maggior parte delle persone esiste, e questo è tutto.
Per questo vado in montagna: più per paura di non vivere che per paura di morire.
La montagna è il mio habitat, il luogo in cui mi sento libero e felice!”.
Cristina è una persona ottimista e solare. Ma aveva da sempre solo un’unica paura: il conto che la montagna poteva presentare.
Luca, quando parlava di montagna trasmetteva amore, passione ed emozione. Luca era innamorato della montagna.
Era appassionato. Era fuoco.
Da sempre!
Durante le scuole medie, praticava atletica leggera. Era particolarmente portato per il vortex tanto che il suo allenatore gli aveva detto che aveva una spalla spaziale.
Ancora oggi Luca Borgoni è il detentore regionale del record di vortex.
Luca amava profondamente lo sport.
La montagna per lui era paradiso. Infatti per il compleanno di Cristina, pochi giorni prima della sua ultima gara sul Cervino, Luca decise di regalare alla mamma una notte in un bivacco.
Il desiderio più grande di Luca? Far vedere alla sua mamma la magia dell’alba dall’alto delle cime.
Luca in montagna si sentiva libero. Raccontava che l’unica preoccupazione che aveva era per Cristina. Luca conosceva i timori della madre e la voleva tranquilla.
Cristina ritrovava in Luca la sua medesima scintilla di entusiasmo dirompente. Tuttavia ha sempre avuto paura dell’energia di Luca sommata a quella della montagna.
La montagna è bella perché è rischio e adrenalina.
Perché, per uno skyrunner, dopo aver raggiunto la vetta a 2000 mt, ci sono da raggiugere i 3000 mt, e dopo i 3000 mt ci sono i 4000 mt e così via.
Luca, infatti, sognava gli 8000 mt. Sognava di raggiungere la vetta del Dhaulagiri in Nepal.
C’è sempre stato un legame forte tra Luca e Cristina, fatto di amore e stima.
Un legame talmente forte che ha portato Cristina a sentire un dolore profondo e lancinante nel momento esatto in cui Luca ha iniziato la sua nuova vita, ancora prima che la notizia fosse ufficiale.
Cristina ci racconta che ora il legame tra lei e Luca è lo stesso che c’è tra una mamma e il suo bambino durante la gravidanza.
É una presenza interna. Manca la fisicità, ma lui è dentro di lei.
Cristina è figlia di due giornalisti e la sua famiglia di origine viveva di notizie.
Lei, pertanto, non poteva e non voleva sottrarsi ai giornalisti dopo l’accaduto.
Ma soprattutto racconta di non essersi mai sottratta perché immaginava Luca quasi ringalluzzito all’idea che tutti parlassero di lui.
Ogni mamma cerca di sopravvivere al dolore senza nome della perdita di un figlio, trovando il proprio modo.
Non esiste un modo giusto. Non esiste una strada definita per questa sofferenza che va contro il ciclo naturale della vita.
Cristina ha trovato il suo personale modo di sopravvivere a questa tragedia.
Attraverso le interviste parla di Luca e per Luca. Con la scrittura del libro Mondadori “Portami lassù” ha potuto affondare le mani nei ricordi rivivendo emozioni ed elaborando il presente. Organizzando il Contest fotografico Portami Lassù in memoria di Luca ha creato un fuoco di relazioni e connessioni umane che generano valore.
Se Luca fosse stato timido e riservato, Cristina avrebbe trovato altri modi. A dare il via a tutto questo , infatti, è stata proprio la somiglianza tra Cristina e Luca.
Cristina ha spiazzato molte persone con i suoi atteggiamenti. A volte è stata presa ad esempio, a volte criticata.
Come quando ha annunciato la data e l’ora del funerale di Luca su Facebook, scrivendo come se fosse il figlio a scrivere. E ancora, quando ha continuato a scrivere in tal modo sui social di Luca. Questo per lei era il modo più veloce e autentico per continuare a comunicare con gli amici di Luca.
Cristina, inoltre, è stata la mamma che ha discusso la tesi di laurea del figlio in Biologia Molecolare poche manciate di giorni dopo che Luca l’aveva fisicamente salutata per l’ultima volta.
Cristina è sempre stata lucida, chiara e centrata, tanto da essere lei a tranquillizzare gli altri.
Talvolta si è sentita dire che reagiva così per l’adrenalina del momento, ma che prima o poi sarebbe crollata.
Vorrei riflettere sul fatto che non esistono parole giuste da dire in queste situazioni.
E ritengo che non bisogna necessariamente dire qualcosa per riempire un silenzio angosciante.
Bisogna semplicemente esserci.
Il lockdown, a seguito dell’emergenza COVID-19, per Cristina è stata la prova del nove.
Ci racconta, infatti, che, per la presentazione del libro, si è trovata a presenziare a 50 date in un anno, senza mai perdere un giorno di lavoro.
Il lockdown di Marzo 2020 è stato uno stop forzato per tutti.
Fermarsi vuol dire stare soli con se stessi. Stare a casa per Cristina ha significato avere tempo per pensare. Ed è stato in quel momento che ha avuto la prova che la sua serenità era vera e radicata.
La morte non è distacco definitivo. E’ un distacco dalla fisicità, ma l’anima e lo spirito ci sono sempre.
Ed è stato così anche per Davide, il miglior amico di Luca, che, il giorno del funerale, ha freso una foto di Luca per portarla sul Dhaulagiri, la vetta che Luca sognava.
Dopo poco, infatti, Davide, insieme a Carlalberto Cimenti, detto Cala, alpinista che ha perso la vita l’8 febbraio 2021, parte per la spedizione in Nepal.
In quella scalata c’è la storia di un’Amicizia con la A maiuscola.
Luca aveva un ottimo gusto in fatto di amicizia. Guardava il cuore e sceglieva amici che trasmettono valori.
Cristina Giordana, in questo WE TALK, ci racconta alcuni dettagli di questa spedizione che è la sintesi delle connessioni di anime, prima che essere un’impresa sportiva. Questo viaggio si conclude con l’arrivo in vetta della foto di Luca Borgoni.
Alla fine di questa intervista sento di aver parlato con Cristina, ma anche con Luca e per questo chiedo proprio a Cristina quale sarebbe il messaggio di Luca, qui, oggi.
Luca direbbe:
Non aver paura, sii sereno, non avere paura di gioire, di piangere, di essere giudicato.
E soprattutto, non rimandiamo la felicità, perchè Luca non lo ha mai fatto!
Alè Lu! Alè Lu!
(Per le foto ringrazio Cristina Giordana)
Guarda il WE TALK con Cristina Giordana qui sotto
MINUTAGGIO
0:00 Inizio WE TALK con Cristina Giordana
9:00 Cosa vuol dire per un genitore avere in casa uno tsunami di energia
11:00 Il dolore trafigge, ma poi la connessione aumenta
18:30 Modi di comunicare il dolore
24:50 Non esiste un modo unico e giusto per gestire il dolore
32:00 Ascoltare il doppio e parlare la metà
34:00 Il sogno di Luca
37:40 Amicizia
42:00 Scrittura
45:00 Quando si saluta Cristina e in testa rimane Luca Borgoni