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WE TALK con Eloisa Passaro

Eloisa Passaro in pedana

Ho intitolato questo WE TALK con Eloisa Passaro “si vince insieme, si perde insieme”.

Eloisa ha iniziato a fare scherma a 9 anni.
A 17 anni ha vinto il titolo individuale Cadetti e il Mondiale Under 20 a squadre, diventando la numero 3 del ranking mondiale.
Oggi Eloisa fa parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro Scherma della Polizia di Stato.
É Campionessa Italiana Under 23 e da un po’ di tempo si allena a Roma.

Eloisa Passaro a podio
Ph. Augusto Bizzi

Inizio a intervistare Eloisa citando una frase che mi ha colpito e che dice che sotto la maschera lo schermidore è, allo stesso tempo, un eremita e un prigioniero. Voglio, infatti, scoprire in che specifico gesto atletico della scherma Eloisa si riconosce e perché.
Scopro così che lei si sente una grande paratrice: lavora con il ferro e usa la sciabola per essere efficace in questo aspetto tecnico.

Per parare in modo efficace serve una sensibilità delle mani che, ci racconta, aver sviluppato grazie al suo primo Maestro.

Le piace anche attaccare in pedana, ma si sente più performante quando riesce a parare, cosa che le riesce bene.
Parare è una azione difficile: mette in difficoltà l’avversario, non solo tatticamente, ma anche emotivamente. La parata in risposta è un bello “schiaffo morale”.

Mi viene in mente che la scherma è un modo di vivere, perché fa appello a qualcosa di profondo. Tira fuori il rimosso che abbiamo dentro e lo purifica nella messa in scena di un combattimento simbolico.

Per Eloisa la scherma è stato uno modo per evolversi. Attraverso la scherma ha elaborato la sua timidezza, quella timidezza che le rendeva difficile esprimere le sue capacità.

Eloisa Passaro e la sua maschera

Lo sport l’ha aiutata a ritrovare se stessa.

Calando la maschera si è sempre sentita in un mondo protetto, dove poteva sfogare il suo modo di essere e anche la sua indole aggressiva, in senso sportivo.
E così, anno dopo anno, lo sport le ha consentito di diventare chi è adesso: più estroversa, indipendente, determinata.

Eloisa si sente un’atleta che ha fatto errori, ma che ha anche cercato soluzioni.
Una persona flessibile alle difficoltà e pronta a risolvere subito le situazioni.

Ogni atleta ha una serie di momenti magici, momenti sognati e mete da raggiungere.

Il momento magico di Eloisa, ad oggi, è il Campionato del Mondo a squadre disputato a 17 anni.
Era la più piccola del gruppo della Nazionale Italiana, ma arrivava da una stagione pazzesca di podi e finali. Era la n° 3 del Ranking Mondiale Under 20. Non aveva nulla da perdere e questo le dava una maggior sicurezza rispetto alle compagne di squadra, in Nazionale da più tempo, che invece dovevano difendere le loro posizioni.
La situazione era perfetta: con le compagne condivideva la voglia di riscatto e il Commissario Tecnico le ha dato fiducia, facendola gareggiare. E così le ragazze della Nazionale Italiana sono arrivate in finale contro la Russia conquistando grandi emozioni.
Durante quella gara alimentava mentalmente pensieri carichi di positiva energia, cercava  l’unione di team e, assalto dopo assalto, aumentava anche la sua sicurezza.
Le precedenti vittorie hanno giocato un ruolo da potente ancora, ma Eloisa ci racconta che il valore aggiunto è stata proprio l’emozione della competizione a squadra.
La scherma è uno sport individuale, ma in quella gara c’era sinergia e potenza moltiplicata.

Eloisa Passaro in pedana
Ph. Augusto Bizzi

Ogni atleta affronta sfide.

La sfida per Eloisa è arrivata poco dopo questo bellissimo momento, quando ha deciso di lasciare il suo primo allenatore. Per crescere come atleta professionista si è trasferita a Bologna per 4 anni.
Qui, quasi dal nulla, è entrata in un turbinio di difficoltà che l’ha portato a pensare di non essere più in grado di realizzare l’ottima scherma a cui era abituata e a cui tutti erano abituati.
É arrivata a non sentire più il piacere di allenarsi. La pedana non era più il suo habitat.
Non sapeva per cosa stava lavorando, perché lo stava facendo e non aveva più voglia di farlo.
Ha scioccato persone che credevano in lei e ha fatto i conti con il vuoto, quando poco prima tutti la volevano allenare e seguire.
Uscire da quella situazione è stato complesso, ma con determinazione ha ricercato la serenità. Ha ritrovato allenatori fiduciosi nella sua scherma, che non poteva essere sparita e ha ritrovato entusiasmo.

Per ottenere tutto ciò ha ricominciato da capo e ha ricostruito una nuova sé.

Eloisa Ha lottato per se stessa e per la sua famiglia.

Tra una fase e l’altra, durante questo WE TALK, arriviamo a parlare di Maestri e il pensiero di Eloisa va al suo primo Maestro, Gastone Gal.
Per Eloisa il Maestro è chi ti fa crescere, migliorandoti, senza stravolgerti.

In pedana scendono sogni e paure, quasi in un incontro simbolico.

Il sogno di Eloisa sono le Olimpiadi, precedute dal desiderio di guadagnarsi il posto ufficiale nella  squadra della Nazionale Italiana.
Le paure sono il naturale contraltare e si concretizzano nella parola insuccesso.

L’insuccesso porta perdita, non solo di tempo e denaro, ma soprattutto di emozioni.

Immancabile la mia domanda sul lamento.

Eloisa ci racconta che il lamento va superato, perché ha capito che se gli dà ascolto finisce per mollare. Arriva sempre il giorno in cui si è stanchi, in cui non ce la fai. Ed è qui che se tiri fuori qualsiasi energia, anche a costo di sbagliare tecnicamente, ottieni il risultato di allenare la grinta, che poi è ciò che ti serve in gara.
In gara non si arriva quasi mai nella condizione perfetta. Eloisa ci racconta di aver fatto un sacco di gare con infortuni, febbri, gare che ha comunque anche vinto.
É così che si allena la resistenza alle lamentele interiori, che ci sono e sono normali. 

Non a caso Eloisa sceglie “determinata” come aggettivo per descriversi. Ha fatto molti sacrifici  per il suo sogno e ha intenzione di continuare.

E qui invito ad ascoltare molto bene il passaggio della sua intervista, perché si comprende cosa c’è dietro a una medaglia.

Alla fine di questo WE TALK con Eloisa Passaro la conduco in un viaggio nel tempo.
Incontrando se stessa in pedana tra 10 anni si direbbe di “
non sprecare un istante della tua vita, continua a fare quello che stai facendo”. Si immagina con qualche medaglia importante al collo e sa che per raggiungere quei risultati non deve mollare: i sacrifici alla fine verranno ripagati.

Non sprechiamo mai nessun momento!

(Per le foto ringrazio Eloisa Passaro e Ph. Augusto Bizzi)

Guarda qui sotto il WE TALK con Eloisa Passaro – Si vince insieme, si perde insieme.

MINUTAGGIO
0:00 Inizio WE TALK

1:35 Il gesto atletico che rappresenta Eloisa Passaro
3:15 La scherma è un modo di vivere
5:40 Il momento magico
7:35 Self talk pre-gara
9:45 Un momento sfidante
14:18 Atleta con risultati e atleta in difficoltà
21:00 Sogni e paure
23:50 Il lamento per Eloisa Passaro
27:10 Eloisa Passaro si descrive con un aggettivo
28:28 Il viaggio nel tempo

 

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