Ho intitolato il WE TALK con Marialuisa Morelli “Facetaping: oltre le rughe”.
L’ospite di questo We Talk è Marialuisa Morelli: osteopata e ideatrice in Italia di un approccio personale al Facetaping e al Facereading.
Ho scelto di intervistare Marialuisa perchè è un’osteopata che ha deciso, dopo un percorso di scoperta e studio, di definirsi osteopata somato-emozionale.
É anche una persona che sui social fa scoprire il facetaping e il facereading, ma su questo punto scoprite di più guardando il WE TALK e seguendo Marialuisa su Instagram o Tik Tok.
Il motore propulsivo delle scelte professionali e di studio di Marialuisa è sempre stato il forte desiderio di aiutare gli altri.
All’inizio Marialuisa ha scelto Scienze Politiche con l’ambizione di diventare Presidente della Repubblica, mi racconta sorridendo durante il WE TALK.
Dopo poco, seppur appassionata di storia e di cultura, ha sentito che quello non era abbastanza per consentirle di occupare il suo posto nel mondo.
Le antiche passioni si sono semplicemente ricollocate, perchè in tutto ciò che ha studiato e continua a studiare, c’è il filo conduttore della ricerca, dell’approfondimento e dell’interdisciplinarietà classica del percorso di studi originario.
Il cambio di rotta porta Marialuisa a fisioterapia, facoltà che dopo poco le va stretta fino a non bastarle più.
É infatti iniziato in lei un percorso di ricerca più profondo volto ad analizzare e curare la manifestazione del dolore. Così aggiunge alla sua formazione il percorso di studi di 6 anni in osteopatia, che risponde alla sua ricerca di ciò che il dolore racconta. Si specializza anche in osteopatia pediatrica che consente di creare i presupposti di un adulto in salute, nel senso più ampio del termine.
Nella somma di questi elementi trova collocazione la definizione di osteopata somato-emozionale, perchè un’espressione del viso, un tono della voce alterato, un dolore a una spalla, sono indicatori di uno specifico vissuto emozionale.
Per Marialuisa nella conoscenza, nella multidisciplinarietà si collocano i presupposti per ripristinare uno stato di salute e la libertà che la salute stessa dona.
La Conoscenza diventa un mezzo per ripristinare e liberare.
Mentre parlo con Marialuisa Morelli durante il WE TALK, penso a quanti punti di forte connessione hanno le nostre professioni terapeutiche dove si alternano costantemente il sentire e l’ascoltare la profonda connessione mente e corpo.
Ogni figura professionale, infatti, può donare una via alternativa e complementare.
Ogni professione, ma ancor più le professioni di aiuto con approccio olistico, sono composte da un metodo che va interiorizzato e memorizzato. Questo metodo diventa potente ed efficace proprio perchè viene interiorizzato e personalizzato. E quando è unito alla generosità di pensiero e al lavoro congiunto di professionisti con competenze differenti e complementari acquista ancora più valore.
si vince insieme.
Mi viene in mente che non sono le tecniche che cambiano le persone, ma sono le persone che cambiano le persone, anche grazie alle tecniche, ma soprattutto a quel quid personale ed emozionale che un professionista aggiunge.
Questa integrazione e interazione sono i motori dell’evoluzione che fanno sentire vivo un professionista. Spesso nascondono anche l’insicurezza, intesa in senso socratico, che non è quindi debolezza, ma forza nella ricerca costante.
Tanto che Marialuisa, parafrasando il mio pay off “Allena la mente e non il lamento”, sostiene che allenare, con una ricerca costante, la mente è il modo per non lamentarsi e restare viva.
Restando viva può aiutare le persone a ripristinare uno stato di benessere e lasciare che ciò che l’animo racconta guidi alla ricerca del ripristino di questo benessere.
Questo accade attraverso una connessione profonda, ma anche molto rispettosa, dei tempi che si creano tra terapeuta e paziente.
Ogni terapeuta è unico, ma non è mai una taglia unica.
Ed è così che terapeuta e paziente si scelgono.
Un terapeuta è uno strumento per condurre il paziente a ristabilire lo stato di salute e consentire al paziente stesso di occupare lo spazio che lo circonda con un ripristino dell’equilibrio.
Noi terapeuti siamo strumenti per ritrovare la strada originaria e allenare all’autoconsapevolezza, perchè alla fine ognuno è nelle proprie mani.
(Per le foto ringrazio Marialuisa Morelli)
Guarda qui sotto il WE TALK con Marialuisa Morelli dal titolo “Facetaping: oltre le rughe?”
MINUTAGGIO
0:00 INIZIO WETALK
1:38 la storia di Marialuisa
7:15 metodo, coraggio e passione
13:36 la ricerca continua
15:33 l’insicurezza come punto di forza
17:10 sentire e ascoltare
23:20 l’importanza del timing
29:14 benessere
34:26 libertà di ascolto e guarigione
38:40 autonomia del paziente e consapevolezza
47:00 i social come mezzo per divulgare